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Laicità, Counseling e Bioetica. Luca Nave

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Il termine laicità denota la rivendicazione, da parte di un individuo o di una entità collettiva, dell’autonomia decisionale rispetto a ogni condizionamento ideologico, morale, politico o religioso altrui. Laico è, in questo senso, chi ritiene di dover garantire incondizionatamente la propria e l’altrui libertà di pensiero, di scelta e di azione, rispetto a chi, invece, crede di dover conciliare o sottomettere la propria e l’altrui libertà all’autorità di un’ideologia politica, di una teoria etica o di un credo religioso.
Per il senso comune e nel linguaggio ordinario la posizione laica viene spesso confusa con una posizione antireligiosa o anticlericale. Essere laico e rivendicare la laicità delle istituzioni e delle leggi di uno Stato non significa essere, necessariamente, ateo o agnostico, bensì assumere un atteggiamento e un modo di ragionare Etsi Deus non daretur, cioè “come se Dio non esistesse”, o meglio, “come se Dio non fosse dato”. In questo senso il laico non tiene conto né della possibile esistenza-volontà di Dio né del progetto divino sulla vita umana con funzione normativa.
“Uno stato laico – scrive Norberto Bobbio -, in quanto non confessionale, non è né religioso né ateo, né cristiano né non cristiano” (2003, p. 74), da cui segue che l’imposizione “delle verità di Dio non possono diventare le verità di una democrazia” (Charlesworth M., 1996). Ci sono alcuni credenti che, pur credendo in Dio, lo ritengono filosoficamente indimostrabile, e quindi auspicano la sua estromissione dai discorsi bioetici e politici in senso lato; così come esistono alcune confessioni cristiane che giungono a negare la tesi cattolica secondo cui «lo splendore della verità rifulge chiaramente in tutte le opere del creatore e, in modo particolare, nell’uomo» (Giovanni Paolo II, 1993), per sottolineare invece che “Dio è nascosto” e risulta difficile presupporre che tale verità sia facilmente conoscibile e applicabile nel contesto di una nuova etica della vita. Anche un credente può dunque essere laico, purché sia rigoroso nel tener fermo che la vita pubblica deve essere informata al principio Etsi Deus non daretur.  
Riconducibile alla visione del mondo di coloro che «ragionano fuori dall’ipotesi di Dio e da ogni fede o metafisica di matrice religiosa», ovvero che «non si sentono vincolati ad alcun magistero che non sia quello della retta ragione» (Scarpelli, 1998), la laicità non incarna dunque una posizione morale, non detta linee di condotta morale, ma è un principio che permette a posizioni diverse, in particolari diverse posizioni morali e religiose, di convivere in maniera pacifica. Guido Calogero definisce la laicità “non come una particolare filosofia o ideologia politica, ma come un metodo di convivenza di tutte le filosofie e le ideologie possibili, secondo la regola che impone di non pretendere di possedere la verità più di quanto ogni altro possa pretendere di possederla”. Essere laici significa dunque “disporre di una duplice capacità: di convivere con le differenze e di sollevare il dubbio sulla verità di cui si pensa di disporre, in una ricerca continua e in uno scambio permanente di argomenti e ragioni con gli altri perché si produca una corresponsabilità etica solidale” (1962).
Dal momento in cui il counseling, in generale e in particolare per l’orientamento filosofico e bioetico, non ha verità da comunicare e dunque non mira a fornire consigli o soluzioni bensì piuttosto a porre la persona che incontra nelle condizioni in sortire in maniera autonoma, responsabile e libera dalla situazione problematica, è indispensabile che il counselor assuma una posizione laica.
Lo scambio di argomenti e ragioni nel contesto di una relazione d’aiuto che prevede l’incontro tra visioni del mondo al fine di ricercare il bene situazionale e relazionale del consultante in una specifica situazione esistenziale rappresenta uno dei fondamenti del Counseling. Il bene qui non esiste a priori e non può discende sempre e necessariamente da una visione del mondo religiosa da ritenersi valida assolutamente; si tratta piuttosto di un bene relazionale che nasce e cresce nel rapporto comprensivo-empatico con la persona che si incontra, che può essere cattolica, atea, agnostica ovvero appartenere a una certa comunità culturale-religiosa a fondamento della quale ci può essere una visione del bene diversa da quella del counselor stesso. Alla luce di questa visione pluralistica del bene del paziente − fondamentale, tra l’altro, nell’era del consenso informato e dell’autonomia-autodeterminazione del paziente − segue che solo un’impostazione laica del counseling bioetico possa garantire la neutralità del consulente e la ricerca del bene della persona.
È la stessa impostazione di fondo del Counseling a imporre un atteggiamento e un modo di ragionare Etsi Deus non daretur che, ribadiamo, non significa negare l’esistenza o le verità rivelate da Dio, bensì metterle tra parentesi al fine di predisporre una relazione d’aiuto che si rivolge ai credenti delle diverse fedi ma anche agli atei e agli agnostici, non per convertirli alla propria verità bensì per ricercare insieme il senso e significato delle situazioni problematiche. Un counselor può certamente essere un credente e nutrire una fede religiosa ma deve sforzarsi di intraprendere il processo dell’epochè laica, lasciare da parte la propria verità e la propria visione del bene, in vista del bene della persona che incontra.
E’ possibile il processo dell’epochè in una relazione d’aiuto?
Per approfondimento leggi: Andare puri all’incontro con l’altro
Bibliografia.
Calogero G., Filosofia del dialogo, Ed. di Comunità, Milano, 1962.
Charlesworth M., L’etica della vita. I dilemmi della bioetica in una società liberale, Donzelli,   Roma, 1996.
Giovanni Paolo II, Enciclica Veritatis Splendor circa alcune questioni fondamentali       dell’insegnamento morale della chiesa, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano, 1993.
Nave E. Nave L., La bioetica. Le questioni morali dal concepimento all’eutanasia, Xenia, Milano, 2010.
Scarpelli U., Bioetica laica, Baldini & Castoldi, Milano 1999.

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