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La libertà dei bambini tra angoscia e indipendenza. Di Maria Luisa Petruccelli

Esiste libertà vera per un bambino?

Per il filosofo Kierkegaard la libertà ha un prezzo da pagare che è l’angoscia. Le infinite possibilità di scelta che abbiamo ci mettono infatti in contatto con l’ignoto, che ci porta a non sapere cosa fare, che decisione prendere, se ciò che sceglieremo sarà giusto o sbagliato e quali conseguenze ne deriveranno. Ecco perché l ‘ignoto genera angoscia. Ma il sentimento dell’angoscia non è caratteristica del solo mondo adulto dal momento che anche i bambini ne fanno esperienza. Ricorderete quando i vostri figli non volevano assolutamente essere lasciati da soli. In quei momenti non c’era nulla di esteriore, visibile, che potesse spaventarli, come per esempio un forte temporale. Eppure erano intimoriti, e questo perché l’angoscia, a differenza della paura, non ha oggetto: si tratta di una minaccia invisibile vissuta come pericolo futuro ma imminente che sentiamo arriverà pur non sapendo quando, come e dove.

Ma se angoscia e libertà, come ci dice Kierkegaard, sono strettamente collegate, come può un bambino sperimentare la seconda nel suo valore positivo, ovvero quello che porta all’indipendenza di pensiero e azione, senza che la prima rappresenti un ostacolo? E ancora, come si concilia la libertà con i bambini che, in quanto tali, per molte cose dipendono ancora da noi e hanno ancora tanto da imparare?

Una bussola per orientarsi nell’ignoto

Ogni genitore nel prendersi cura del proprio figlio molto piccolo ha imparato a interpretare i suoi bisogni, come la fame, il sonno o un malessere, decifrando i suoi messaggi, come ad esempio i diversi tipi di pianto e l’irrequietezza. Quando un figlio comincia a crescere può capitare che per mancanza di tempo o per semplice abitudine la mamma e il papà continuino ad interpretare o anticipare i suoi bisogni, desideri, malesseri, spinti anche dalla convinzione che nessuno lo conosca meglio di loro. Questo però non giova ai bambini, che devono invece abituarsi ad esprimere emozioni e pensieri, a far valere le proprie idee e i propri desideri esplorandone i vantaggi e gli svantaggi, scoprendo il valore e gli effetti delle loro azioni e sostenendo le proprie ragioni. È così che hanno modo di sperimentare l’autonomia e l’indipendenza, e proprio su questo modello di libertà sarà più facile mostrargli che libertà non è fare quello che ci pare quando ci pare, perché dobbiamo tener conto anche della libertà degli altri, dei loro diritti e dei loro sentimenti: un po’ come succede quando all’interno di un gruppo di bambini o tra fratelli c’è chi vuole sempre decidere a cosa giocare o imporre le regole del gioco. In questi casi è chiaro che c’è un concetto distorto di libertà che tiene conto solo dei propri interessi e delle proprie emozioni e non contempla le esigenze degli altri, né altre possibilità di incontro.

Il compito, delicato e fondamentale, di genitori e insegnanti sarà fornire a bambini e bambine gli strumenti per orientarsi nelle scelte, quelle scelte che, rappresentando le infinite possibilità, senza la capacità di credere in sé stessi e nelle proprie risorse, possono portare con sé l’angoscia. Una volta che abbiano fatto la propria scelta, rispettarla ed accettarla, rassicurati dal fatto che sarà con molta probabilità una scelta consapevole. E se dovesse essere quella sbagliata, perché si tratta di un rischio che corriamo tutti, adulti e bambini, poco male: l’errore non è mai solo un errore. È ciò da cui imparare, un’esperienza di crescita.

I figli sono e saranno parte di noi, ma sono anche altro da noi. Non possiamo scegliere per loro. Un legame intimo e solido non si costruisce sull’identificazione tra noi e loro, ma attraverso la conoscenza reciproca e il rispetto delle differenze che caratterizzano ognuno di noi. Allo stesso modo, quel legame non si costruisce proiettando su di loro i nostri desideri e le nostre aspettative, nell’illusione che così li metteremo al sicuro da tutto garantendo la loro realizzazione; ma piuttosto partecipando e sostenendoli nella loro crescita fatta di scoperte, inciampi e sbagli che diventano esperienza, la bussola più preziosa per orientarsi in quell’ignoto fatto di infinite possibilità.

 

Maria Luisa Petruccelli, Consulente Filosofica e Socia di Pragma. Dal 2013 e 2015 è stata docente di autobiografia filosofica presso il Centro di Formazione Psicofilosofica di Milano. Con Irene Merlini è co-autrice di due pubblicazioni per bambini Le pecore filosofe. Dove sono io? (Edizioni Esperidi 2015) e Perché? 100 storie di filosofi per ragazzi curiosi (Feltrinelli 2019, con Umberto Galimberti).

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