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La democrazia è un gioco da ragazzi. Di Sarah Emanuela Bagliani

La democrazia è un gioco da ragazzi. Si può fare filosofia per/con i bambini? Come? Perché?

La mia risposta è sì a entrambe le prime due domande e tornerò sul perché, inizio ora dal “come”
condividendo l’esperienza che sto portando avanti da qualche anno con una classe della scuola
primaria ICS Capponi di Milano.
Durante il primo anno della pandemia ho ideato e progettato un laboratorio di pratica filosofica con i
bambini che fosse fruibile a distanza, da soli o a piccoli gruppi, con o senza supervisione. È un
progetto nato dal desiderio sia di offrire un’esperienza condivisa, sentimento, quello della
condivisione, che rischiava di scemare nel tempo per via dell’isolamento che la chiusura delle scuole
e delle varie attività extrascolastiche poteva causare, sia di offrire stimoli per la mente che fossero
giocosi ma che al contempo spingessero i bambini alla riflessione e al confronto, così da alimentare
lo spirito della comunità di ricerca che ogni classe sostanzialmente è.
Ho creato così un format intitolato “I Viaggi di Filo e Sofia” composto di video registrati e attività in
presenza, on/off line, che combina divulgazione e pratica filosofica. È un viaggio a tappe alla
scoperta di una parola scelta o proposta; in questi ultimi due anni, per esempio, stiamo affrontando
e approfondendo il concetto di DEMOCRAZIA.
In ogni tappa i bambini, insieme a Filo e Sofia, incontrano pensatori e pensatrici diversi che
condividono il loro pensiero sull’argomento; al termine di ogni tappa viene chiesto ai bambini, se lo
desiderano, di provare a ragionare come il personaggio appena incontrato rappresentando le loro
riflessioni con disegni, scenette, fumetti, racconti o anche solo facendone esperienza osservando la
realtà vissuta con uno sguardo nuovo.
Sono anche previsti due incontri dal vivo, all’inizio e alla fine del viaggio. In questi incontri i bambini
sono chiamati a esprimersi in termini generali sul concetto da scoprire, abbozzando così nel primo
incontro una definizione condivisa che verrà ripresa alla fine del percorso dopo aver attraversato
tutte le singole tappe e gli spunti trovati in ciascuna di esse. Riprendendo in mano la definizione
iniziale i bambini possono valutare se essa sia ancora valida e condivisa o se grazie alle riflessioni
esperite nelle diverse tappe se ci siano elementi da aggiungere, confutare, modificare. Ogni anno i
bambini dimostrano grande interesse, impegno e creatività nell’affrontare e affinare le riflessioni
proposte nelle singole tappe e nell’incontro in presenza la lavagna, concreta o virtuale, si riempie di
contenuto rendendo conto delle sfaccettature e profondità di senso racchiuse nelle parole scelte.
La filosofia per i bambini e con i bambini è una delle branche della pratica filosofica che forse vanta
più storia in termini teorici e statistica in termini di esperienze e in effetti l’aspetto precipuo della
filosofia di non essere asservita all’utile e la vocazione di un certo modo di fare e intendere la scuola
come luogo di crescita e di formazione di futuri adulti consapevoli, autonomi e capaci di pensiero
critico dialogano magnificamente.
Ovviamente nel farsi questo tipo di pratica la filosofia deve mutare il suo linguaggio rendendosi
accessibile ai bambini in un lavoro di traduzione che concentri i pensieri senza banalizzarli, la
complessità infatti non è inaccessibile ai più piccoli purché venga presentata parcellizzata e in modo
chiaro, semplice e fruibile ai bambini, diversi per età, sviluppo, abitudini e background.
La filosofia pur senza perdere l’ampiezza del suo respiro e la sua connaturata universalità può
dialogare con ciascuno nella sua concreta particolarità.
Ed è il dialogo il fulcro di questo progetto di filosofia con i bambini, dialogo in cui l’una risponde alla
domanda di questi fornendo spunti mai dogmatici che verranno raccolti e accolti o rigettati nella
riflessione autonoma dei bambini nella ricerca di una loro risposta ragionata.

I pensatori e pensatrici incontrati dai bambini insieme a Filo e Sofia diventano così gli adulti
competenti di cui parla Vygotskij, in modo da rendere l’esperienza di questi viaggi quella zona di
sviluppo prossimale che spinge la riflessione dei bambini ancora più in là, ancora più in profondità.
La chiamata all’azione e la riflessione individuale, invece, permettono ai bambini di far proprio
quanto scoperto, riformulandolo con parole, immagini e vissuti propri, così che la teoria non resti
astratta ma diventi davvero pratica esperita.
La mente dei bambini, di tutti i bambini nelle loro specificità e unicità, se stimolata in modo congruo
e adeguato, è capace di comprendere e far propri anche concetti complessi, arricchendoli di
freschezza e arricchendosi in un processo di crescita personale e comunitaria. Questo arricchimento,
questa fioritura del pensiero del singolo e del gruppo è forse uno degli elementi più caratteristici del
“perché” abbia senso fare filosofia con i bambini, quale che sia la pratica con cui si decida “come”
farlo.

AUTRICE
Sarah E. Bagliani, consulente e counselor filosofica, Master in Counseling Filosofico Pragma.
Torinese di nascita, milanese di adozione, funambola per formazione, indole ed esperienze.
Mi occupo di filosofia del lavoro per le aziende e i professionisti e di filosofia con i bambini e ragazzi,
in incontri individuali o di gruppo.

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