Il libro a cui si fa riferimento – ovviamente non menzionato nelle linee guida dell’OMS – è appunto Lisa und Jan: Ein Aufklärungsbuch für Kinder und ihre Eltern – mit Elternheft pubblicato nel 1996 e non più in commercio. Non può dunque essere distribuito nelle scuole e non è stato tradotto in italiano, quindi chi era preoccupato della sua distribuzione nei nostri asili può stare tranquillo; qui non c’è niente da censurare. È invece tradotto in italiano, dalla Federazione Italiana di Sessuologia Scientifica, il documento dell’OMS a cui si fa riferimento ma il sito ProVita mette il link alla versione inglese. Un fatto un po’ strano. Perché non hanno inserito la versione italiana curata da un gruppo di ricercatori della più eminente società di sessuologia scientifica (che esprime un parere favorevole sul documento stesso)? I ProVita non sono a conoscenza della versione italiana oppure ritengono che sia meglio tenerlo nascosto in modo tale che i fruitori del sito che non masticano l’inglese non possano accedere alla versione in italiano e leggere cosa c’è scritto? “A pensar male si fa peccato ma quasi sempre ci si azzecca”.
Comunque, chi non sa bene l’inglese può leggere autonomamente il documento qui e scoprire innanzitutto che è stato elaborato dal Centro Federale per l’Educazione alla Salute di Colonia (Germania), una Commissione, interna alla Regione Europea dell’OMS comprendente 53 Paesi, composta da professori universitari e studiosi della sessualità di fama internazionale, la quale promuoverebbe “l’educazione porno all’asilo”, istigherebbe alla masturbazione e via discorrendo. Da non crederci, saranno impazziti!
Chi legge il documento scopre anche che è una risposta alle nuove e numerose sfide riguardanti la salute sessuale delle giovani generazioni: “i tassi crescenti dell’HIV e di altre infezioni sessualmente trasmesse (IST), le gravidanze indesiderate in adolescenza e la violenza sessuale, solo per citarne alcune”. L’obiettivo è fornire agli Stati membri degli standard minimi per un’educazione sessuale olistica che “fornisca a bambine/i e a ragazze/i informazioni imparziali e scientificamente corrette su tutti gli aspetti della sessualità e contemporaneamente li aiuti a sviluppare le competenze necessarie ad agire sulla base delle predette informazioni, contribuendo così a sviluppare atteggiamenti rispettosi ed aperti che favoriscono la costruzione di società eque” (p. 5 della versione italiana). Chi legge il documento scopre, insomma, che nelle 65 pagine del documento non si trova nessuna pratica di “porno educazione”, nessuna raccomandazione a leggere “libri proibiti” già messi al rogo dall’Osservatorio Gender dei movimenti ProVita, nessun incitamento a cambiare sesso né a “insegnare la masturbazione ai bambini da 0 a 4 anni” (vedi La Stampa).
Il termine masturbazione compare poi a p. 38, associato alle espressioni “gioia e piacere nel toccare il proprio corpo” o “masturbazione infantile precoce”, oggetto di recriminazione nel sito ProVita e su altri articoli del genere. Queste espressioni, che seguono il paragrafo dedicato alle “competenze degli educatori”, servono proprio a questi ultimi per gestire conversazioni e comportamenti sessuali che i bambini manifestano già alla scuola materna, dove sono all’ordine del giorno domande di natura sessuale, giochi del dottore e il toccarsi i genitali ripetutamente. Questo toccamento non ha le caratteristiche dell’onanismo pediatrico, una brutta espressione che richiama antiche ossessioni che hanno imperversato sulle generazioni di oltre due secoli, a partire dal nefasto libro del 1759 L’onanismo. Dissertazione sulle malattie prodotte dalla masturbazione di Samuel Tissot o le perversioni del bambino polimorfo teorizzate da Sigmund Freud. Il toccarsi i genitali da parte dei bambini non è una forma di masturbazione perché non conduce all’orgasmo; si tratta piuttosto di un comportamento automatico con cui il bambino cerca di rimanere in contatto con se stesso e di produrre un autoconforto in un momento in cui si “dissocia” da ciò che sta avvenendo intorno. Spesso questi comportamenti vengono considerati dagli adulti come “perversi”, “diabolici” o “peccaminosi” e il bambino viene fatto sentire in colpa o sbagliato.
Il documento dell’OMS parte dal presupposto che ogni genitore vorrebbe per i propri bambini che mettono in atto questi comportamenti una maestra che sappia gestirli senza allarmismi e con competenza, piuttosto che educatori bigotti e impreparati che spaventano i bambini facendoli sentire sbagliati e in preda a sensi di colpa.
Insomma, dagli articoli che circolano sui siti del movimento ProVita appare evidente che qui siamo ancora Tutti pazzi per il Gender (Chiara Lalli, 2016). Nell’articolo sul sito ProVita, la “porno educazione” si associa infatti ai “libri proibiti” (il male radicale è il romanzo definito “Porno Gay”, Sei come sei di Melania Mazzucco, rispetto al quale sono stati denunciati alla Procura alcuni insegnanti che lo hanno letto in classe, leggi) e agli “opuscoli proibiti”, vario materiale propagandistico LGBT di deriva “omo-transessuale” verso cui è in atto una campagna di repressione totale con i “pochi” mezzi economici che dicono di avere a disposizione; per questo chiedono al lettore la “carità”, una donazione da fare con carta di credito direttamente alla fine dell’articolo, che consenta loro di aumentare la politica repressiva di pensieri e azioni sessuali che deviano dalla “normalità” (leggi: “Pamphlet porno a scuola: ProVita e Giuristi per la Vita denunciano l’Arcigay!”).
– Un’attenta analisi delle fonti sulle quali costruiscono le proprie tesi e gli argomenti (è necessario citare la parte del documento OMS dove si inciterebbe alla masturbazione i bambini dell’asilo o riferimenti alla “porno educazione”. Non vale citare i siti del movimento ProVita ma solo le fonti dirette e primarie);
– ricercare se esistono nel mondo esperienze di educatori che insegnano la “porno educazione” o la masturbazione precoce ai bambini di 4 anni;
– usare il pensiero critico per vagliare le proprie affermazioni e l’arte dell’argomentazione per esporre le proprie ragioni. Non valgono gli slogan e l’ipsedixismo (che l’abbia detto il Papa o Salvini o Facebook a noi non importa, non valutiamo le Autorità ma gli Argomenti).
Chi sa assumere questo atteggiamento filosofico non può credere che l’OMS istighi alla masturbazione infantile o alla “porno educazione” ed è vittima di Fake News che ci vogliono ingannare, farci vivere nella paura del nemico invisibile (il Gender Gangster!), per tenerci sotto controllo con false credenze che deformano fatti e dati in base a una ideologia politica e religiosa conservatrice e anacronistica perché non al passo con i tempi e con i problemi reali della società contemporanea. “Il sapere è potere” diceva Bacone, un potere di pensare e di agire da menti libere, che va coltivato già in giovane età.
Per approfondimento:
L. Nave, Più logica per tutti. L’argomentazione e la filosofia nella vita quotidiana, Mimesis, Milano, 2018
L. Nave, Covid19, la natura crudele e i terrapiattisti al potere, Blog Pragma, 2020
Video presentazione del Progetto “Diverso da Chi?” in occasione della giornata nazionale sul bullismo, sede della Città Metropolitana di Torino.
0 commenti