È possibile fare filosofia con cento persone? Certamente è possibile parlare di filosofia a cento o a migliaia di persone, ma fare filosofia non significa solo parlare di filosofia. In base all’impostazione di Pragma Society, fare filosofia significa mettere in atto specifiche metodologie di intervento filosofiche miranti a creare spazi e contesti di interazione tra il filosofo e un gruppo di bambini, adolescenti e adulti. Tali metodologie mirano a precisi obiettivi e sono corredate da idonei strumenti filosofici che consentono di raggiungerli.
Fare filosofia, insomma, non è parlare dall’alto del pulpito ma scendere tra la gente, coinvolgere i partecipanti ai laboratori in esperienze filosofiche riflessive, stimolanti, coinvolgenti e divertenti. Il limite implicito nelle Pratiche Filosofiche, spesso sottolineato in letteratura, risiede nel numero dei partecipanti. Il Dialogo Socratico, oppure una Comunità di ricerca, funzionano se si lavora in piccoli gruppi, affinché tutti possano essere nelle condizioni di partecipare ai lavori della comunità stessa.
Ci è stata lanciata una sfida. Il Ministro Generale dell’Ordine dei Francescani Minori ha conosciuto le Pratiche Filosofiche e ha intravisto la possibilità di inserirle nel più grande evento annuale che l’Ordine organizza: Il Capitolo delle Stuoie, che raduna circa cento frati, suore e i laici provenienti da tutti i Paesi del Mondo.
La domanda che è seguita è stata: “potete fare filosofia con cento persone in contemporanea?”
[Immagini Copyright ofm.org]
Il 3 e 4 maggio siamo a Sacrofano (Roma), un luogo incantevole dove mettere in atto le nostre Pratiche Filosofiche. Il progetto si intitola: World Cafè Philò.
Il World Café è una metodologia di dialogo e discussione collaborativa progettata per favorire conversazioni significative e costruttive tra i partecipanti, che si riuniscono intorno a tavoli per animare un dibattito su tematiche rilevanti. Il valore aggiunto della filosofia risiede nell’utilizzo di abilità e strumenti come, ad esempio, la maieutica, il pensiero critico-creativo-valoriale e l’argomentazione nel contesto di laboratori che consentono di instaurare autentici dialoghi filosofici. L’obiettivo non è parlare delle idee dei filosofi ma “fare filosofia”, riscoprire l’essenza del Dia-Lògos, dello scambio di ragioni e argomenti per scoprire dove si nasconde il vero, il buono, il giusto e il bello.
Nelle due giornate del Capitolo delle stuoie, abbiamo utilizzato, in particolare, quattro Pratiche Filosofiche (ne avevamo sedici a disposizione nella nostra cassetta degli attrezzi). Siamo partiti con il Dialogo Socratico praticato secondo il modello di Leonard Nelson: un’innovativa modalità di conduzione ideata per i grandi gruppi, ha permesso di risalire dalla narrazione dell’esperienza vissuta da ogni partecipante all’Idea, condivisa da tutti, del tema oggetto di indagine: il Carisma.
La seconda Pratica Filosofica messa in atto è l’ “Art-Philò Lab”. Partendo dall’idea di Aristotele che “l’immagine è la cosa più filosofica” (Poetica), i partecipanti hanno intrapreso un percorso ermeneutico che parte delle immagini, passa alle parole e giunge ai concetti relativi al tema della Comunione.
Visto che “le risposte sono pezzi di strada che ci lasciamo alle spalle, mentre solo le domande possono puntare oltre” (Gaardner J., C’è nessuno, Selleri, 2022), abbiamo poi organizzato una Comunità di Ricerca Filosofica, sul modello della Community of Inquiry della tradizione pragmatista, rivista e riadattata rispetto al contesto e al numero dei partecipanti. Uno stimolo iniziale sul tema della Missione, ha chiamato i partecipanti a fare le loro domande “acute” a ciò che hanno visto e ascoltato. Tramite una metodologia complessa che prevede il passaggio dei fogli con le domande tra dieci tavoli, il gruppo è partito verso la ricerca condivisa delle risposte possibili.
La Pratica filosofica finale è iI Laboratorio di Estetica Pratica. Un Photo-reportage con le immagini significative dei due giorni trascorsi insieme, accompagnate da una musica adeguata all’attività, è lo stimolo per riflettere insieme sull’esperienza vissuta durante il Capitolo delle Stuoie e sugli strumenti filosofici che sono stati utilizzati, pur senza “parlare” delle teorie dei filosofi e delle filosofie.
In conclusione, possiamo ammettere che le Pratiche Filosofiche funzionano anche con i grandi gruppi, a condizione che:
- i laboratori siano condotti con rigorose metodologie di conduzione che prevedano specifici obiettivi filosofici e specifici strumenti per raggiungerli (che significa abbandonare definitivamente l’idea di Achenbach del “metodo non metodo”);
- i laboratori prevedano una serie di fasi da seguire con annessa una specifica scansione temporale da rispettare rigorosamente;
- che i facilitatori dispongano di una cassetta degli attrezzi che contenga le abilità e gli strumenti delle Pratiche Filosofiche ed evitino di far scadere le sessioni in mere chiacchierate dal tono vagamente filosofico;
- che i partecipanti siano mossi dal desiderio di fare filosofia e dalla meraviglia rispetto a ciò che si vede e si sente, condizione fondamentale per impostare autentici dialoghi filosofici.
Ringraziamo tutti coloro che hanno reso possibile questa fantastica esperienza e, in particolare, oltre al Ministro Fr. Massimo Fusarelli e ai suoi collaboratori, anche i nostri Carlos Munoz Novo, Francesca Fernanda Aversa, Federico Virgilio per la preziosa collaborazione nella progettazione e realizzazione delle due giornate.
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