Blog

IL TRAMONTO DEGLI IDOLI – FAQ N.1

FAQ 1: Il counseling filosofico, la consulenza filosofica e le pratiche filosofiche sono professioni?

Sì.

Come si evince dal Dizionario Treccani della Lingua Italiana, si definisce “Professione” ogni “attività intellettuale o manuale esercitata in modo continuativo e a scopo di guadagno”.

Il Professionista delle Pratiche Filosofiche esercita la propria attività sulla base della Legge 04/2013. Tale legge  si propone di offrire un inquadramento di quei professionisti che non sono organizzati in ordini o collegi e che svolgono purtuttavia attività spesso molto rilevanti in campo economico, consistenti nella prestazioni di servizi o di opere a favore di terzi, esercitate abitualmente e prevalentemente mediante lavoro intellettuale, o comunque con il concorso di questo.
In base alla legge suddetta è “professione” qualunque “attività economica, anche organizzata, volta alla prestazione di servizi o di opere a favore di terzi, esercitata abitualmente e prevalentemente mediante lavoro intellettuale, o comunque con il concorso di questo, con esclusione delle attività riservate per legge a soggetti iscritti in albi o elenchi ai sensi dell’art. 2229 del codice civile”.
Pragma riconosce chi eserciti o abbia esercitato un’attività economica con la Consulenza Filosofica, il Counseling Filosofico e con le Pratiche Filosofiche (come il Dialogo Socratico, la Comunità di Ricerca, la Philosophy With Children, l’Etica clinica, i Caffè filosofici, i Seminari Attivi, ecc.) per almeno tre anni, ovvero in maniera continuativa, in qualità di Professionista che si dedica “alla prestazione di servizi o di opere a favore di terzi, esercitata abitualmente e prevalentemente mediante lavoro intellettuale, o comunque con il concorso di questo”.
Se ad oggi è ancora possibile mettere in discussione che la Consulenza Filosofica, il Counseling Filosofico e le Pratiche Filosofiche siano Professioni, è perché nel nostro Paese si sono venute a creare nel corso degli anni alcune specifiche circostanze sfavorevoli.

Per comprenderle è necessario definire un’adeguata cornice, attraverso una premessa che chiarisca che cosa siano le Pratiche Filosofiche. Ciò appare particolarmente opportuno per via della confusione terminologica che anima il dibattito italiano, viziato dalla scissione originaria tra “Consulenza” e “Counseling” Filosofici.

Come leggiamo sul sito di Pragma, le Pratiche Filosofiche sono “un insieme di discipline che condividono la possibilità di utilizzare il sapere, i concetti e i metodi della filosofia per affrontare e risolvere le problematiche che nascono nella vita quotidiana”. Tra le  discipline rientrano la Consulenza e il Counseling Filosofico che si occupano per lo più di incontri individuali, e il Dialogo Socratico o la Philosophy For Children/Community per citare quelle più note e di più ampia applicazione negli ambienti in cui opera il professionista, come l’azienda, le organizzazioni, le scuole, gli ospedali, le carceri ecc.

Il professionista delle Pratiche Filosofiche dispone dunque di una “cassetta degli attrezzi” (Tool Box) che contiene abilità e strumenti che utilizza con i diversi utenti e nei diversi scenari ove svolge la sua professione.

Il professionista va distinto dal mero “cultore della materia”, da chi cioè svolge un’altra professione ma dopo essersi formato in una scuola o master in Pratiche Filosofiche organizza incontri/laboratori in maniera occasionale oppure offre sporadiche “consulenze filosofiche” ad amici e conoscenti.

Come abbiamo scritto in un recente articolo, se il cultore della materia non crea danni a coloro che incontra, svolge un’onesta attività che non è, purtuttavia, una professione. Quando parlavamo di consulenza filosofica “tarallucci e vino” intendevamo precisamente sottolineare questa idea relativa allo stato dell’arte delle Pratiche Filosofiche in Italia, con volontà di superarla in direzione del riconoscimento della professione. Nessuno si senta attaccato personalmente per questo: noi non critichiamo mai le persone ma sempre e solo le idee.

Alla luce di questa premessa, passiamo ora alle due circostanze principali che, secondo noi, giocano a sfavore del riconoscimento del professionista nelle Pratiche Filosofiche.


1) Spesso appare difficile individuare chiaramente il vero Professionista delle Pratiche Filosofiche, con adeguata formazione ed esperienza professionale continuativa e certificata, distinguendolo dal mero cultore della materia.
Sono diffuse sul territorio nazionale Associazioni e Scuole che riconoscono al proprio interno come “professionisti” e formatori anche coloro che non hanno un’effettiva continuità lavorativa, una reale esperienza sul campo, talvolta neppure una formazione rigorosamente definita.

Per quanto ne sappiamo, Pragma è ad oggi l’unica associazione professionale che opera nel campo delle Pratiche Filosofiche che richiede per l’iscrizione al proprio Registro dei Professionisti un’esperienza professionale certificata, oltre ad un ben definito curriculum formativo e all’esperienza del tirocinio*.

Invitiamo perciò gli Utenti che intendono avvalersi dei servizi offerti dal Professionista delle Pratiche Filosofiche a prestare la massima attenzione nella scelta dell’esperto cui affidarsi.

Invitiamo altresì coloro che intendano formarsi nel campo delle Pratiche Filosofiche, a richiedere alle scuole di formazione precise informazioni in merito all’iter formativo, alla preparazione e professionalità dei docenti, nonché alle attività intraprese per garantire l’immissione del futuro professionista all’interno del mercato del lavoro.

2) Un ulteriore problema è rappresentato dall’annosa questione del “nome della cosa”: counseling o consulenza filosofici?

Si tratta di una problematica a lungo dibattuta, che ha di fatto ostacolato una coerente e organica proposta professionale nel contesto delle Pratiche Filosofiche e ha quindi reso confusiva la situazione agli occhi dei potenziali fruitori dei servizi del Professionista. Inoltre, ha favorito l’instaurarsi di un rapporto diffidente e conflittuale tra diverse “scuole di pensiero” e ha impedito una sana e fruttuosa collaborazione reciproca tra Professionisti.

Fin dalla sua nascita, Pragma incentiva invece il reciproco riconoscimento dei Professionisti appartenenti a diverse aree formative, sostenendone il lavoro e la collaborazione. È questa l’unica strada che permette alla professione di crescere, oltre che di presentarsi all’utente con un approccio chiaro, coerente, affidabile.

La tesi a sostegno di un divario insanabile tra consulenza e counseling filosofici, a nostro avviso ha fatto il suo tempo ed appare assai provinciale, nel senso che da almeno quindici anni e solo in Italia, si continua a cavillare su tale questione mantenendo vivo uno sterile conflitto.

Dedicheremo un approfondimento a questa tematica nella FAQ 3.

Per il momento sottolineiamo solamente che il nucleo problematico della questione è se la consulenza filosofica possa essere considerata o meno una relazione d’aiuto e se sostenga o meno gli individui e/o i gruppi nel cercare una soluzione ai problemi portati all’attenzione del consulente.

Ora, se è da tutti ammesso che il Counseling Filosofico sia una relazione di aiuto, il dubbio sollevato da alcuni riguarda la Consulenza Filosofica, che non intenderebbe “aiutare” o “affrontare problemi” con il consultante ma semplicemente “filosofare” con lui, investigare e speculare sui suoi concetti, idee e visioni del mondo con gli strumenti filosofici che si utilizzano per analizzare i libri di filosofia, senza tenere in considerazione le varianti “comunicativo-relazionali” ed emotive che entrano in gioco nel rapporto con l’altro. 

A più riprese chi si occupa di Consulenza filosofica cita Achenbach quale fonte autorevole, per definire le linee cardine del proprio lavoro; anche noi ricorriamo a lui per sostenere che la Philosophische Praxis rappresenti, per essenza, una “filosofia in rapporto”, dato che il rapporto con l’altro è essenziale per la disciplina. È chiaro quindi che nel momento in cui si incontrano persone parlanti – che portano al consulente dubbi, problemi, domande nati nel corso della propria vita – e non libri scritti, è necessario disporre, nella propria cassetta degli attrezzi, di una serie di abilità fondamentalmente umane e relazionali che possano aiutare il Professionista a stare nella relazione, affrontando adeguatamente i pianti, il silenzio, l’ascolto del dolore e la dialettica domandare-rispondere che necessariamente intervengono negli incontri di consulenza filosofica come “professione”.

Infatti, se da una parte appartiene al filosofo la capacità di prestare Ascolto alla domanda che l’esistente pone e la capacità di entrare in relazione con l’Altro da sé, dall’altra è necessario considerare che per secoli i filosofi hanno fatto questo all’interno delle accademie, attraverso la meditazione dei testi e il dialogo con altri filosofi. Ora si tratta di incontrare le persone al di là della cerchia degli addetti ai lavori e della freddezza analitica e della logica piana di cui è sufficiente disporre quando si discorre di filosofia nelle cattedrali del pensiero. Come diceva Umberto Galimberti ormai tanti anni fa, i consulenti filosofici devono sì prestare attenzione alla logica e all’argomentazione ma anche necessariamente alla “pancia”, ovvero al mondo affettivo-emotivo che entra in gioco nella relazione.

Nella FAQ 3 torneremo sulla questione, per approfondire perché il fatto di prestare attenzione alle varianti comunicativo-relazionali-emotive che intervengono necessariamente nell’incontro con l’altro, facendo tesoro anche delle abilità di altre discipline come il Counseling, non significhi assolutamente fare psicoterapia “camuffata” o sotto mentite spoglie. E’ da quindici anni che sosteniamo – mediante diverse pubblicazioni –  che le Pratiche Filosofiche sono efficaci perché dispongono di un bagaglio di saperi, concetti e metodologie d’indagine di secolare tradizione filosofica e non hanno bisogno di camuffarsi in forme di improvvisato psicologismo, dannoso per il consultante e per la nostra professione. 

Pragma, dunque, ritiene che la consulenza filosofica e il counseling filosofico, come professioni, siano entrambe relazioni d’aiuto che utilizzano gli strumenti filosofici dell’argomentazione, della logica, dell’ermeneutica e della zetetica unitamente a competenze di natura comunicativa e relazionale, per chiarificare la visione del mondo del singolo, del gruppo o dell’organizzazione.

Crediamo che pur provenendo da percorsi formativi non (del tutto) omogenei, i consulenti filosofici e i counselor filosofici svolgano la propria professione sulla base di obiettivi e strumenti fondamentalmente comuni. Pur nel rispetto delle reciproche differenze, affermiamo quindi la possibilità per queste figure professionali di collaborare e di riconoscersi sotto l’unica denominazione di Professionisti nelle Pratiche Filosofiche.

Chi oggi continua a sostenere dopo vent’anni la distinzione insanabile tra le due discipline arrivando anche a sostenere il fallimento dell’una o dell’altra, oltre a fare del male alla Professione, dimostra di non saper cogliere le opportunità rappresentate dalla reciproca collaborazione, di non saper rinnovare le proprie competenze, di non credere in una deontologia e infine di non saper tradurre la propria attività in una vera e propria professione.
Concludiamo, rassicurando i nostri utenti sul fatto che Pragma non accetta e non accetterà mai all’interno del proprio Registro dei Professionisti, i cultori della materia che non abbiano un’effettiva e dimostrata esperienza professionale.

Inoltre, Pragma promuove la collaborazione tra i Professionisti provenienti da diverse aree formative, riconoscendone sì le differenze ma al tempo stesso la pari di dignità e la coerenza di obiettivi e strumenti nello svolgimento della Professione nelle Pratiche Filosofiche.

Infine, Pragma ripudia come violazione del codice deontologico ogni attacco denigratorio, screditante o diffamante di un professionista nei confronti dei propri colleghi. Qualunque professionista di Pragma diffamasse un collega della propria o altrui associazione, gettando discredito sul suo lavoro, anche solo sostenendo la tesi dell’inesistenza della professione, verrebbe immediatamente espulso dal nostro Registro. Si considera la diffusione su blog, social, giornali di una tale diffamazione, un’aggravante per estesa pubblicità.



Maddalena Bisollo, Luca Nave
Arrivederci al prossimo post, dove affronteremo la FAQ: Professionisti. Gratis o Retribuiti?

*Preghiamo coloro che conoscono (o appartengono ad-) Associazioni con i medesimi requisiti di riconoscimento professionale di Pragma, di contattarci. Provvederemo immediatamente alla rettifica.

RETTIFICA: Anche la SUCF. Scuola Umbra di Consulenza Filosofica ha stabilito un Elenco dei Professionisti, distinguendolo da quello dei Soci Ordinari. La SUCF è da sempre Partner di Pragma e collabora con noi alla diffusione delle Pratiche Filosofiche sul territorio nazionale. http://www.sucf.it/

0 commenti

Invia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *